Giace nel cuore del centro abitato della Regina delle Dolomiti, Cortina d’Ampezzo, un luogo che è sempre stato, fin dalle sue origini, sinonimo d’accoglienza: quell’ospitalità tradizionale si è evoluta e oggi sa dialogare con le esigenze e i comfort d’eccellenza, senza perdere in sincerità e anzi continuando a credere nei valori della famiglia, della gentilezza e dell’eleganza.
Ma occorre tornare indietro nel tempo per immaginare Baita Fraina come una casa colonica, raggiungibile da un solo sentiero e ancora dotata di stalla e fienile: l’ospite che la raggiungeva nei primi anni della sua apertura veniva accolto dal nonno Enrico Menardi e da nonna Clelia con un sorriso e una merenda, un tagliere di speck o di panna e mirtilli. Era il lontano 1956 e la famiglia poteva soltanto sognare ciò che quel posto sarebbe diventato in futuro.
Proprio perché anche allora i giovani crescevano e scalpitavano per innovare, per portare qualcosa di nuovo, Adolfo e Alessandro Menardi subentrarono ai genitori: il primo si occupò di organizzare la sala, mentre il secondo si mise ai fornelli. Il loro modo di cucinare, tra prodotti tipici e ricette antiche, ma anche un pizzico di ricerca e innovazione, cambiò completamente il modo in cui gli ospiti vedevano La Baita.
Fu tuttavia la prima importante ristrutturazione, nel 1963, a nobilitare la Baita, che divenne più facilmente raggiungibile: tanto che si pensò di realizzare anche quattro camere da letto, per garantire agli ospiti anche il pernottamento in un luogo così caratteristico, ma al contempo non lontano dalle comodità del paese.
I tempi cambiano, si sa, e per questo nel 1974 fu necessario abbandonare il fienile e la stalla, senza dimenticare ciò che queste stanze – un tempo le più importanti per il sostentamento delle famiglie – avevano insegnato: ovvero che prendersi cura del territorio dà sempre qualcosa in cambio. Con questi presupposti, con la nuova ristrutturazione la famiglia realizzò due nuove camere, poi nel 1989 il bar e la sala.
Con il passare degli anni, anche in cucina le cose cambiarono: mentre quello ampezzano si definiva sempre più come un turismo di prestigio, Alessandro volle al suo fianco il giovane Luca, che oggi, porta avanti con passione il ruolo di chef. La sua frequentazione della scuola alberghiera e la sua dedizione nel portare a termine la gavetta l’ha reso un cuoco risoluto e determinato, giorno dopo giorno.
Oggi i piatti della cucina sono pochi, perché ognuno di essi viene studiato con attenzione, così come viene pensato l’abbinamento ai vini, che sono circa un migliaio.
Anche Adolfo, grazie a una decennale esperienza in sala, si specializzò sempre più nella scelta dei vini: non soltanto li conosce tridimensionalmente, selezionandoli per l’esigente cantina, ma riesce ad accompagnare l’ospite nella scelta, calibrandolo sulla base delle sue richieste. La sua lista iniziò nel 1990, ma già nel 1995 la collezione contava etichette importanti, anche provenienti dall’estero.
La sua passione si trasmise anche a Sara e Simone, altri due giovani che crebbero giocando tra mise en place e bottiglie dall’etichetta rinomata: forse per questo, incantati dai racconti su vigneti reconditi e preziosi di tutto il mondo, su gusti ricercati e tecniche di vinificazione all’avanguardia, hanno inseguito il sogno di diventare sommelier. Nel 2015, coronando questo sogno, i due hanno inaugurato la loro enoteca.
Simone, che ha preso la direzione dell’enoteca fin dal primo anno, non ha mai smesso di studiare nuove strade per renderla innovativa. Anche per questo è stato premiato nel 2021 alla prima edizione del Milano Wine Week, con il primo premio della Carta dei Vini.
La sua ricerca non sta soltanto nella selezione, ma soprattutto nel servizio: Baita Fraina possiede per esempio l’Enomatic, una tecnologia che consente una ideale conservazione del vino, garantendo la proposta di una quarantina di vini al calice.
Oggi ad aiutarlo all’enoteca c’è suo cugino Lorenzo, giovanissimo, che sta facendo un corso da sommelier, e sua moglie Sara, che ha già ottenuto anch’essa la qualifica.
La volontà di Baita Fraina è quella di continuare il processo di crescita che i nonni Enrico e Clelia avevano immaginato e poi realizzato, con tanto sacrificio e spirito d’iniziativa: il desiderio delle nuove generazioni è quello ora di procedere verso un’implementazione dell’offerta alberghiera attraverso un ulteriore ripensamento degli spazi, sempre in linea con i valori che hanno sempre caratterizzato la storia dei Menardi e della loro Baita.